Via della seta: itinerario di una via tra Oriente e Occidente

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Via della seta: itinerario di una via tra Oriente e Occidente, una storia che si perde nel tempo.

Cos’è la via della seta

“Quivi si fa molta seta”.
Con queste parole Marco Polo descrisse nella sua enciclopedia geografica il Milione l’economia della provincia cinese del Catai caratterizzata dalla produzione della seta, tessuto che in Europa arrivava attraverso un percorso preciso che univa Oriente e Occidente: la via della seta.

Dopo il primo viaggio, durante il quale giunsero alla corte del Gran Khan, il padre Niccolò e lo zio Matteo fecero ritorno in Oriente, portando con sé il giovane Marco. Rimasero in Cina diciassette anni, onorati e investiti di cariche governative.

Il 7 settembre 1298 Marco Polo è su una delle novanta navi veneziane sconfitte nella Battaglia di Curzola dai genovesi. Fatto prigioniero, incontra Rustichello da Pisa, il quale non si sa se “fosse in prigione da quattordici anni o se vi venisse come libero frequentatore, ma fu quasi sicuramente lui a dare forma scritta alle memorie del veneziano”.

A partire dalla narrazione orale di Marco, il testo nacque originariamente in lingua d’oil (mista a termini veneziani e italiani).

La via della seta è infatti l’insieme di itinerari terrestri, marittimi e fluviali di circa 8000 chilometri lungo i quali dall’antichità si snodavano gli scambi culturali e commerciali tra Oriente e Occidente e, in particolare, della seta di cui la Cina mantenne per secoli il monopolio.

La via della seta attraversava l’Asia centrale e il Medio Oriente, collegando la Cina all’Asia Minore e al Mediterraneo. Le sue diramazioni si estendevano a est sino alla Corea e al Giappone e a Sud fino all’India.
Nella porzione occidentale del tragitto, gli itinerari furono molti e variabili a seconda delle condizioni storico-economiche dei Paesi che ne erano attraversati: una volta superati i passi montani del Pamir, la via della seta proseguiva in vari percorsi che da una parte conducevano all’India, dall’altra verso l’Iran e i fiumi Tigri ed Eufrate in Medio Oriente. Il tratto meglio definibile e immutabile nel tempo fu quello orientale che si propagava in Cina.

É importante sottolineare che la destinazione finale della seta, che viaggiava su questa via insieme ad altre merci preziose e che iniziò a uscire con regolarità dalla Cina dopo il 200 a.C., era Roma. Altre merci altrettanto preziose viaggiavano in senso inverso, e insieme alle merci si muovevano in un senso e nell’altro le idee legate alla matematica e all’astronomia e religioni come il Manicheismo e il Nestorianesimo.

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Ai tempi di Erodoto la via della seta si chiamava via Reale di Persia e si sviluppava per 3000 chilometri dalla città di Ecbatana sino al porto turco sul mar Egeo di Smirne. Alla sua manutenzione provvedeva l’Impero achemide. La via aveva varie fermate e i viaggiatori comuni impiegavano tre mesiper percorrerla, mentre i corrieri imperiali con cavalli freschi la attraversavano in nove giorni.
Questa via divenne il collegamento tra Oriente e Occidente con l’espansione in Asia centrale di Alessandro Magno che fondò lungo il suo percorso la città più lontana dell’Impero macedone, Alessandria Eskate, e che con il suo ammiraglio aprì la rotta marittima dal delta dell’Indo al golfo Persico.

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Secondo la tradizione i Romani entrarono in contatto con la seta, prima dell’incontro ufficiale con gli ambasciatori cinesi nel 166 d.C., nel 36 a.C. quando le truppe romane, composte forse dai superstiti della sconfitta subita contro i Parti a Carre nel 53 a.C., si imbatterono nell’esercito cinese.
I Romani non sapevano da dove venisse e come si producesse questo tessuto, ma ne divennero i principali consumatori anche se il senato romano emanò diversi editti per proibire di indossare la seta, considerata immorale, e per vietarne il costoso acquisito.

Caduto l’Impero romano d’Occidente, Costantinopoli, capitale dell’Impero romano d’Oriente iniziò a dominare i traffici commerciali nel Mediterraneo. I Bizantini, che non erano interessati a commerciare con l’Europa impoverita dalle invasioni barbariche preferirono stringere legami economici con il maggiore produttore di seta: la Cina.

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Un ostacolo ai traffici con l’Estremo Oriente era però rappresentato dai Sasanidi , nemici dell’Impero, sul cui territorio era necessario passare per giungere in Cina. Giustiniano, per evitare il problema, aprì un passaggio per la Cina attraverso la Crimea e tramite il mar Rosso e l’oceano Indiano. Tuttavia entrambe le vie alternative presentavano inconvenienti. Nel 552 d.C. due monaci provenienti dalla Cina si recarono a Costantinopoli e svelarono all’imperatore il segreto della produzione della seta risolvendo ogni problema. Nell’Impero romano d’Oriente si iniziò a produrre seta in città come Costantinopoli e Beirut e a commerciarla.

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